Sospetti di avere un’intolleranza al glutine?
Hai spesso disturbi intestinali cronici, come per esempio: dolori addominali, stipsi, diarrea, meteorismo, alvo alterno?
Sai che esistono diversi tipi di intolleranze alimentari ma non sai come fare a capire se i tuoi malesseri sono legati alla celiachia?
Arrivare alla diagnosi, non è sempre facile, anche perché i disturbi collegati a questa malattia sono molteplici.
Solitamente è più facile scoprirlo in età pediatrica, (soprattutto nella fase che va dallo svezzamento ai 3 anni di vita) e cioè quando vengono manifestati i sintomi tipici. Vomito e diarrea persistenti, addome gonfio e ritardo nella crescita sono i campanelli d’allarme per la manifestazione classica della celiachia nel bambino.
Molto più complessa e subdola è spesso la diagnosi negli adulti. Molte volte giunge dopo lunghi anni trascorsi a curare sintomi fraintesi, e arriva per caso oppure come ultimo step di un lungo e estenuante calvario ospedaliero.
Ma qual’è l’iter corretto per giungere alla diagnosi di celiachia?
Perché un soggetto venga diagnosticato celiaco è necessario che:
- Con un prelievo venga evidenziata la presenza di particolari e specifici anticorpi nel sangue (anticorpi Anti transglutaminasi anti-TG2 ed anticorpi anti endomisio Ema)
- Con una gastroscopia e relativa biopsia della mucosa del primo tratto dell’intestino venga evidenziata un’infiammazione con compromissione più o meno severa dei villi intestinali.
- Con un esame genetico venga accertata la presenza di una particolare predisposizione (indagine HLA con ricerca del gene predisponente DQ2 oppure DQ8). L’indagine HLA viene proposta nei casi dubbi (ad esempio esami positivi, biopsia dubbia) oppure in persone con familiarità di primo grado con un celiaco diagnosticato, oppure ancora con persone affette da altre malattie autoimmuni che spesso si associano alla celiachia (diabete tipo 1, tiroiditi autoimmuni, epatiti autoimmuni, ecc.).
È importante evidenziare che è entrato in vigore un nuovo approccio diagnostico proposto dalle linee guida pediatriche, per cui: in un soggetto con sintomi suggestivi di celiachia, di un valore di anti-TG2 superiore 10 volte il limite, associato alla positività degli EMA (ottenuta su un altro campione di sangue) e alla compatibilità dell’HLA, permette la diagnosi di celiachia senza effettuare la biopsia.
I tre approfondimenti devo essere eseguiti assolutamente prima di iniziare qualsiasi dieta priva di glutine pena la mancata evidenziazione dei danni alla mucosa del duodeno e l’impossibilità di una diagnosi certa.
Cosa non fare prima di ricevere la diagnosi?
È indispensabile continuare ad assumere regolarmente glutine prima di ricevere la diagnosi di celiachia.
Gli esami non devono essere effettuati quanto si è già iniziata una dieta senza glutine, questo perché i risultati potrebbero essere falsati e non sarà quindi possibile giungere ad una diagnosi certa.
Quali figure possono aiutarti a giungere alla diagnosi?
Fondamentale è un confronto con il proprio medico di base che dopo un’accurata anamnesi potrà suggerire gli esami specifici per ogni singolo caso ed il consulto con un gastroenterologo in grado di approfondire la situazione.
Ottenuta la diagnosi, è necessario sottoporsi a controlli periodici (il cosiddetto follow up) per monitorare il proprio stato di salute? Si, è necessario seguire correttamente la dieta senza glutine e monitorare che venga seguita correttamente attraverso degli esami del sangue.
Vita sociale e celiachia spesso non sono un binomio vincente!La celiachia è una malattia multifattoriale, scatenata da una anomala ed esagerata risposta immunitaria dell’intestino all’assunzione del glutine.