Le nuove indicazioni per la diagnosi e il follow up della celiachia rivedono, integrano e snelliscono alcune procedure adottate fino ad ora, soprattutto per quello che riguarda la diagnosi in età pediatrica.
- Disturbi intestinali cronici (dolore addominale, stipsi, diarrea, meteorismo)
- Familiarità per celiachia
- Stomatite aftosa ricorrente
- Deficit selettivo IgA sieriche
- Ipoplasia dello smalto dentario
- Patologie autoimmuni associate (soprattutto diabete di tipo 1 e tiroidite)
- Ipostaturalità
- s. di Down
- Ipertransaminasemia
- s. di Turner
- Sideropenia (con o senza anemia)
- s. di Williams
- Stanchezza cronica
- Rachitismo, osteopenia
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Dermatite erpetiforme
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Anomalie dello sviluppo puberale
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Orticaria ricorrente
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Disturbi della fertilità (abortività spontanea, menarca tardivo, menopausa precoce, infertilità)
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Epilessia con calcificazioni endocraniche ed altre patologie neurologiche (atassia, polineurite, etc.)
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Disturbi del comportamento alimentare (anoressia nervosa)
Le nuove linee guida stabiliscono che quando in un paziente in età pediatrica si presenti: un valore di anti-TG2 superiore 10 volte il cut-off, associato alla positività degli EMA (ottenuta su un altro campione di sangue) e alla compatibilità dell’HLA, è possibile ottenere una diagnosi di celiachia evitando la biopsia. Ricordate che è sempre importante avere un centro accreditato per la diagnosi come riferimento.
Nei soggetti che risultano positivi per l’HLA invece, gli anti-TG2 vanno determinati una volta ogni 2-3 anni o in caso di comparsa di sintomatologia suggestiva di celiachia.
Sul sito Aic trovate la normativa pubblicata sulla gazzetta ufficiale n.191/2015.
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